sabato 16 giugno 2012

I confini abbattuti

L'Antiquario e il Professore

I confini abbattuti
di Michele Marseglia

Mario Scippa, ha saputo realizzare, nella sua opera “L’antiquario e il Professore” un vero sforzo letterario di nuova narrativa , nuova nel senso che la lettura della trama di cui avrà modo di parlarvi lo stesso autore si intreccia con l’analisi psicologica dei personaggi dove certamente, e lo chiarirà meglio egli stesso, sicuramente esprime il suo mondo interiore, la sua personale lettura della vita.

Un intreccio psicologico della trama nei personaggi che affiora dal galleggiamento del quotidiano perché emergano valori rimossi e sopiti nella coscienza individuale dei sentimenti e nella coscienza collettiva del tempo dolente. Una lettura, quindi, che alla fine emerge in tutta la sua carica dinamica ed espressiva di una nuova scrittura che dall’oggetto del racconto arriva filologicamente oserei dire (come è stato scritto dal prof. Sassi ) a raccontare quello che ad esso è sotteso, e quando è narrato non è più tale ma appare nella forza metatemporale del tempo che non c’è, un mondo iperuranico, platonico ma nel senso filosofico del termine dove i valori dal concreto diventano astratti ed universali ma ritornano sul terreno amabile, del confronto tra L’antiquario e il professore, un confronto che ci solleva dalle angosce del quotidiano del proprio vissuto, per collocarli in una dimensione di bellezza e di eternità

Valori ai cui riferimenti terminologici siamo avvezzi con abitudine consunta ’amore ,’amicizia, dolore gioia, acquistano una sconosciuta profondità che tiene unite le fila dl romanzo e la bravura dell’autore risiede nella capacità di staccarsi dalla consuetudine narrativa delle proprie esperienze per r trasferirle su un piano filosofico ma non per questo accademico o distaccato per farli assurgere come patrimonio del lettore che si immedesimano nella narrazione di questi valori ideali ed eterni.
Eternità non significa nell’Antiquario e il Professore, immutabilità o staticità del sentimento o dei sentimenti, essi sopravvivono accanto alle idee che riscattano il senso della vita dal disagio del quotidiano, di cui la camorra è uno degli a spetti più salienti pur affrontati, nel libro.
Tali sentimenti hanno una continua e dinamica capacità di rinnovarsi oltre la sopravvivenza e in questo risiede la loro eternità, collegandosi ai valori del sapere, dell’arte, della cultura, che però non sono idee neoclassiche da ammirare estaticamente e staticamente ma promanano dalla vita stessa e dall’amore.
La cultura, l’arte o la letteratura, hanno, si può affermare, un valore apparentemente solo introspettivo ma si parte soltanto dall’episodio, in quanto esse diventano momenti interattivi e di dialogo con il lettore che antropologicamente studiando talune descrizioni di personaggi con la lettura dell’oggi ne trae anche spunti educativi dalla narrazione del passato e delle vicende storiche dell’antico retaggio culturale per tratteggiare una nuova concezione dell’umanità e dei suoi valori svincolati dalla quotidiana angoscia del presente.
Letteratura, storia, filosofia, poesia, si fondono nel libro di Mario Scippa con metodo originale, una nuova ermeneutica del senso della vita e del divenire quotidiano per affondare nel sogno le angosce di ieri e di oggi.

Sembra un gioco psicologico o psicanalitico quello dell’autore de l’Antiquario e il Professore in cui ogni vicenda viene metaipostatizzata dalla sua materiale essenza ma qui risiede la potenza espressiva a e creativa del libro :esso è un continuo sforzo, un senso di ricerca introspettiva in cui l’anima cerca la sua meta e questo affiora soprattutto quando si affrontano i temi sociali o si descrive la storia della napoletanità e dell’acquiescenza culturale alla mentalità camorristica , intesa come espressione e retaggio di furbizia borghese e come mentalità diffusa di comportamenti illegali ma accettati e condivisi ,vero nemico dell’affermarsi della cultura della legalità .
Così stesso destino di una città, Napoli, viene vissuto problematicamente in un rapporto di chiaroscuro di odio amore.
Il collegamento istituto tra due soggetti di un dialogo L’ antiquario e il Professore consente allora di far sì che l’arte contemporanea non sia più vista come arte paludata e impegnata ma diventa momento per illuminarci e illuminarsi con un nuovo modo di intendere l’uomo nella bellezza dei suoi valori che lo caratterizzano ma che tiene sopiti nella tragica quotidiana vicenda a della vita, e che trova nella poesia la sua modalità traspositiva ma non immediatamente espressiva.
La poesia affiora in tutto il libro nelle dinamiche delle relazioni e degli episodi ma dal dialogo tra l’Antiquario e il professore emerge un nuovo modo narrante che abolisce luoghi comuni di separazione dei generi letterari. così che i confini normalmente esistenti tra narrativa e saggistica , poesia vengono abbattuti in una sola scrittura originale, ma complessa e autentica, la scrittura di Mario Scippa.

Michele Marseglia


Intervento alla presentazione del libro L’antiquario e Il professore
organizzato dall’Associazione culturale Irma Bandiera nell’ambito di Erano con la collaborazione dell’Associazione Autismo vivo

Frattamaggiore 21maggio2010

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